giovedì 12 giugno 2014

NELL'ERA DEI REALITY, ECCONE UNO DOVE CI SI UBRIACA



Pensavate che i reality fossero acqua passata?
Assolutamente no, i reality non sono morti, anzi, dettano sempre più moda: la nuova frontiera, in Irlanda, si chiama “Drunk Television”, un format “scientifico”, che ha l’obiettivo, come racconta l’emittente “Rté Two” al portale SundayWorld, di “mettere sotto il microscopio le percezioni e le credenze che abbiamo sull’alcol.

In un Paese dove ubriacarsi è considerato praticamente un passatempo nazionale, in un ambiente controllato, i volontari saranno invitati a bere, e persino ad ubriacarsi, di fronte alle telecamere. Quindi, sotto l’influenza dell’alcol, dovranno affrontare una serie di compiti e sfide, che permetteranno al programma di esplorare, spiegare e illustrare gli effetti del bere sul corpo e la mente.

Chi vuol partecipare...? 

IL MERCATO DEL VINO IN USA HA COGNOME SICILIANO





C'era una volta un siciliano che emigrò, negli anni '50, negli Stati Uniti d'America.
Si chiama Leonardo Lo Cascio, e oggi, si può considerare uno dei pionieri della promozione di vini italiani di pregio negli Usa. Ebbene si, perché in questi anni è diventato uno dei più importanti importatori di vino nel mercato degli Stati Uniti, che attualmente consuma più del 16% di vino del mondo. Leonardo fondò Winebow, una semplice società di import-export divenuta in 60 anni una delle realtà più importanti, la quale commercializza i marchi più importanti al mondo, solo per citarne un esempio siciliano, detiene l'esclusiva per l'America di Tasca d’Almerita.
Da luglio, dopo, le approvazioni dei Liquor Control Boards dei vari Stati, Winebow diventerà Winebow Group, un vero e proprio colosso da 1.200 dipendenti e 600 milioni di dollari di fatturato, frutto di una fusione, avvenuta ieri, tra Winebow e The Vintner Group, due nomi top nell’importazione e nella distribuzione di vini italiani negli Usa.  
Winebow Group sarà l’unica azienda di importazione di vini italiani a distribuire direttamente in ben 15 Stati (New York, New Jersey, Massachusetts, Connecticut, Washington District of Columbia, Maryland, Pennsylvania, Illinois Virginia, West Virginia, North Carolina, South Carolina, Florida, Georgia, Delaware), che rappresentano più del 50% dei consumi di vino negli Usa. A capo di The Winebow Group, come Chairman Emeritus,  e, come ad, David Townsend, che ha portato con successo The Vintner Group ai livelli attuali. Un accordo importante per il vino italiano negli Usa, che apre scenari nuovi nel mercato di riferimento “obbligato” per capacità e dimensione della spesa, oltre che per qualità della domanda e per complessità burocratica.
La strozzatura più evidente del sistema americano sta proprio nella distribuzione che, negli ultimi anni, ha subito una concentrazione: negli anni Novanta, i grossisti erano 10.000, con 400.000 retailers (ristoratori, enoteche e così via); oggi i grossisti, tra grandi e piccoli, sono 700 (e, da soli, cinque big rappresentano il 48% del volume di affari.
The Winebow Group apre un nuovo scenario nel mercato Usa. 

fonte della notizia winenews.it


AD OGNI VINO IL SUO BICCHIERE


Un buon vino si apprezza al meglio se lo serviamo nel calice più indicato. Come potete vedere dall’immagine esistono decine di tipi di bicchieri. Ognuno indicato per ogni tipo di vino che abbiamo nei giorni scorsi descritto: rossi, bianchi, barricati o da invecchiamento, bollicine o da meditazione.
Come afferrare il bicchiere:
La principale funzione del bicchiere è riequilibrare le sensazioni, sia olfattive che gustative. Per un uso corretto il calice va afferrato "a pinza" sulla base, oppure direttamente sul gambo. La coppa non va assolutamente toccata con la mano perché altrimenti si potrebbe scaldare il contenuto, ed alterare in seguito l'esame olfattivo.
Caratteristiche del bicchiere:
Il bicchiere più adatto alla degustazione del vino deve essere di vetro o meglio di cristallo, trasparente, sottile, perfettamente asciutto e pulito.
Il bicchiere è preferibile che sia incolore e privo di scritte, proprio per poter apprezzare meglio tutte le sfumature cromatiche del il vino in oggetto.
Per un prodotto da servire freddo, come Champagne e spumanti secchi, dalla bassa concentrazione di profumi, si utilizza un bicchiere di forma affusolata come il Flute, che si caratterizza per la forma slanciata, ideale per esaltare il movimento di risalita delle bollicine.

BEVIAMO DAL BAG IN... TUBE


Avete mai sentito parlare di bag in tube? Nelle menti di molti riecheggerà la parola bag in box, il vino in cartone venduto ancora oggi in svariati mercati, molto richiesto nei mercati del Nord Europa e soprattutto in Scandinavia.
Sveliamo subito il mistero: si tratta di un’originale confezione a forma di tubo che contiene vino. E’ l'alternativa molto più moderna e attraente del vecchio bag in box. Nello specifico, il Bag-in-Tube è composto da un tubo di cartone (riciclabile) con coperchio e base stagnata. Il tubo contiene una sacca sottovuoto fatta in materiale anch’esso riciclabile che contiene il vino, il quale viene erogato tramite il classico rubinetto per la mescita, comodo e pratico. Una volta aperto, il Bag-in-Tube protegge il prodotto dall'ossigeno offrendo una durata maggiore del vino, ed è l'imballaggio perfetto per le esigenze dei consumatori occasionali.
I bag in tube sono, per la Sicilia, un’esclusiva di Villa Scaminaci, una delle dieci realtà vinicole che hanno aderito, nel 2011, al progetto Cantine Siciliane Riunite. Una realtà in crescita che crede nei nuovi canali di vendita e privilegia le vendite on line, e oggi disponibili anche nella nostra zona.
I bag in box sono disponibili per il Nero d’Avola IGP e il Catarratto IGP, provenienti da uve ottenute da agricoltura biologica, nei formati da 3 litri, che equivalgono a ben 4 bottiglie di vino da 0,75 cl.

Cantine Siciliane Riunite è un realtà che comprende 10 cantine appartenenti a tre province dislocate nell’area tra Palermo, Trapani e Agrigento che trasformano le uve di provenienti da 20 mila ettari di terreno coltivati da circa 8 mila viticultori. 60 vini, 3 impianti di imbottigliamento per un fatturato che supera i 40 milioni di euro.

ART. 62: A FREDDO TUTTE LE CONSIDERAZIONI


Circa un anno e mezzo fa entrava in vigore l’articolo 62 della legge n. 27 del 24 marzo 2012  nasceva per gestire le relazioni commerciali all’interno della filiera alimentare e risolvere il problema del ritardo nei pagamenti, ovvero una delle questioni più annose nel mondo del vino. 
L'atteggiamento dei produttori - come affermava, a mezzo comunicato stampa, Antonio Rallo, Presidente Assovini Sicilia - era positivo anche se erano sorti tantissimi dubbi relativi a quale articolo bisognava rispettare, visto che tale materia vigeva la ipertrofia burocratica.

Ricordiamo che tale articolo obbliga tutti i contratti del comparto agroalimentare ad essere in forma scritta prima della consegna delle merci, e che porta i termini di pagamento a 30 giorni per le merci deperibili (come l’uva), e a 60 giorni per tutte le altre merci (il vino). 


Si pensava anche che, scaduti i termini, i creditori da un canto avessero l’obbligo di far rispettare i termini di pagamento con solleciti e vie legali, calcolando gli interessi una volta scaduti i termini e dall'altro canto i debitori incorressero in sanzioni.

Il vero risultato è che, ad oggi, molti imprenditori rilevano una riduzione delle vendite: I clienti HO.RE.CA che storicamente pagavano con tempi di pagamento a 60-90 giorni continuano a pagare in questi termini, a fronte di ordini più piccoli e frequenti. 
Ciò provoca mancanza di liquidità di tante piccole aziende che hanno difficoltà ad investire.